MUSEO FILANGIERI
Palazzo Como, diventato Museo civico per volere di Gaetano Filangieri, rappresenta uno dei pochi superstiti dell’architettura rinascimentale a Napoli.
Nasce come residenza di Angelo Como (trasformato dai napoletani in Cuomo), mercante fiorentino vicino alla corte aragonese, che lo edificò nella seconda metà del ‘400 ‘esportando’ le forme del Rinascimento toscano, riscontrabili nella facciata a bugnato con le finestre crociate. Nel periodo del Risanamento napoletano, fu demolito parte del fabbricato che ostruiva il passaggio della nuova via Duomo, salvando la facciata, che fu rimontata sul nuovo fronte stradale.
Nel 1888 diventa Museo civico, racchiudendo la ricca collezione donata da Gaetano Filangieri, con l’intento di creare una nuova forma di museo: un museo-scuola, con lo scopo di istruire attraverso l’esposizione gli studenti della nuova scuola d’arte di Napoli, introducendoli alle nuove tecniche industriali che stavano nascendo in quell’epoca.
La sua collezione vanta più di 3.000 oggetti, di varia provenienza e datazione. Sono raccolti esemplari di arti applicate (maioliche, porcellane, biscuit, avori, armi), dipinti e sculture dal XVI al XIX secolo ed anche una biblioteca dotata di circa 30.000 volumi ed un archivio storico con documenti dal XIII al XIX secolo. Nella quadreria molti dipinti del Seicento napoletano, tra cui opere di Jusepe de Ribera, Luca Giordano, Andrea Vaccaro, Battistello Caracciolo, Mattia Preti.
Oltre ai numerosi oggetti esposti, la stessa struttura del palazzo è essa stessa opera d’arte: dalla sala Carlo Filangieri con le sue volte totalmente rivestite di mosaici dorati alla maestosa scala elicoidale totalmente realizzata in piperno, fino ad arrivare alla sala Agata, esplosione di arte e bellezza artistica ed architettonica.